State per scegliere la vostra lavatrice per la prima volta o avete deciso di sostituire finalmente quella vecchia che consuma in maniera esagerata e magari nemmeno pulisce bene? Questa è la guida che fa per voi. Parleremo infatti di un elemento molto importante, se non fondamentale, delle lavatrici: la classe energetica. Vediamo cosa significa quel famoso simbolo 'A' seguito da tanti '+', e in che modo può influire sui vostri consumi reali.

Classe energetica della lavatrice: cos'è


Quando si acquista un elettrodomestico, e questo vale non solo per le lavatrici, si trova sul modello un tagliando con due specifiche:

  • una lettera, che va dalla A alla G
  • un simbolo che è il +.

Questa classificazione si riferisce alla cosiddetta classe di consumo energetico, o classe di efficienza, ed è una misurazione specifica degli elettrodomestici.
L'introduzione di questa terminologia non è una scelta delle casi costruttrici ma deriva da una norma dell'Unione Europea.
Si riferisce ad una scala (in cui la G è il livello più basso e la A il più alto), con la quale si indica il consumo dell'elettrodomestico in questione, espresso in kWh annui.
Si intuisce quindi come prima cosa che i modelli classificati A +++, come ad esempio le

lavatrici Bosch

, rappresentino la scelta ideale in quanto a risparmio energetico.

Come si legge l'etichetta energetica


Se avete sottomano l'etichetta energetica della vostra lavatrice, potete aiutarvi con le seguenti indicazioni nella lettura di quanto contiene. In questo modo scoprirete molte cose che magari non sospettavate nemmeno.
La prima cosa che salta agli occhi è proprio il consumo in kWh.
Il fatto che si possa indicare un consumo standard per ogni lavatrice dipende dal fatto che lo si è calcolato sul ciclo del cotone impostato a 60 gradi centigradi. Questo vuol dire che quel consumo che vedete nell'etichetta si riferisce a quanto potreste consumare con un ciclo di quel genere.
Per quanto riguarda la classe del lavaggio, questa come abbiamo detto va da un minimo di G, che vuol dire che il lavaggio in questo caso è meno efficiente e più dispendioso, a un massimo di A che è sinonimo di lavaggio più efficace ma meno costoso.
Com'è possibile? Grazie a quei '+' che vedete dopo la A.

Perché le classi energetiche più alte consumano meno


Si potrebbe incorrere in un errore di interpretazione dicendo che le classi energetiche più alte consumano meno. In realtà più alto significa che si associa a un più alto rendimento con minor impiego. Questo incide notevolmente anche in bolletta, in virtù dei seguenti parametri che dovete sempre considerare:

  • G: in questo caso il vostro consumo per ciclo sarà maggiore di 781 kWh;
  • A: in questo caso il consumo sarà compreso tra 263 e 344 kWh, quindi meno della metà;
  • A++: basta passare alla classe A ++ per avere dei consumi inferiori a 188 kWh, senza considerare quindi il risparmio notevole offerto dalle classi con 3 +
  • A+: in questo caso il consumo è pari a una cifra compresa tra i 188 e i 263 kWh
  • B: con questa classe energetica il consumo oscilla tra i 300 e i 400 kWh
  • C: con la C si passa a un valore tra i 400 e i 560 kWh
  • D: con questa il consumo si attesta tra i563 e i 625 kWh
  • E: con la E si passa tra i 625 e i 688 kWh
  • F: con la F infine il consumo varia tra i 688 e i 781 kWh.

Dati i costi ormai accessibili delle moderne lavatrici, il consiglio è senza dubbio quello di scegliere modelli ad elevata efficienza energetica. Questo non solo significa un impatto ambientale minore grazie al minor impiego di acqua ed energia, ma si traduce anche in una bolletta più leggera a fronti di abiti più puliti e anche igienizzati.

Gli impianti elettrici sono infrastrutture necessarie in ogni casa, negozio oppure edificio industriale per distribuire la corrente elettrica e soddisfare il fabbisogno quotidiano.
La realizzazione impianti elettrici riveste, allora, un’importanza fondamentale. Deve essere effettuata da professionisti in modo conforme a tutti i requisiti di sicurezza previsti dalla legge.

A chi rivolgersi per la realizzazione impianti elettrici
Nel momento in cui si completa una costruzione o una ristrutturazione si deve provvedere alla progettazione e alla realizzazione dell’impianto elettrico.
Il professionista a cui ci si rivolge, in questo caso, riveste grande importanza. La legge ha previsto, infatti, che solo alcuni soggetti (elettricisti con la partita Iva o aziende d’impiantistica) possano avere l’abilitazione alla realizzazione di questi impianti. In particolare, il D.M. n. 37 del 2008 ha previsto che il tecnico autorizzato debba avere requisiti tecnico-professionali stringenti come laurea oppure un titolo di istruzione superiore qualificato.
Quando ci si rivolge a un’azienda oppure ad un libero professionista è sempre necessario chiedere conferma del possesso dell’abilitazione prevista da norme di legge.
Questo è importante anche perché soltanto un professionista abilitato può poi rilasciare la certificazione di sicurezza e conformità dell’impianto.
Solitamente le ditte specializzate nell’impiantistica sono quelle che offrono le maggiori sicurezze per la realizzazione impianti elettrici.

Continua a leggere

Da qualche anno, sparse più o meno in tutta Italia, si trovano diverse lavanderie a gettoni.
L’azienda Dry-Tech, ci spiega e ci propone tantissime soluzioni anche per poter aprire noi stessi un’attività di lavanderia automatica e ci fa vedere quanto questo tipo di investimento possa essere vantaggioso e assicurarci un guadagno in modo sicuro e poco impegnativo. Le lavanderie self-service altro non sono che veri e propri negozi dove però ci si serve da soli.

Continua a leggere

Oltre all’oro, il petrolio è materia prima sulla bocca di tutti, visto che se ne parla con una certa frequenza. Verrebbe da dire, non a caso è chiamato anche “oro nero”. Che cos’è che muove il prezzo del petrolio. Ecco uno ad uno i fattori principali. Regola basilare: ad un aumento della domanda, come per tutti i beni presenti sul mercato, si registra un incremento del prezzo del petrolio. Viceversa, a fronte di un decremento della domanda, anche il prezzo ne risente, abbassandosi. Questo è il “sentiment” del mercato che, se crede che nel medio termine i prezzi del petrolio saliranno, alla fine l’aumento diventa effettivo. Il “sentiment”, però, non è tutto, dato che il prezzo del petrolio ruota in gran parte attorno al mercato dei futures.

Cos’è il mercato dei futures?

Nello specifico, quando si fa riferimento ad un contratto futures sul petrolio ci si connette all’accordo di tipo vincolante che prevede di poter acquistare i barili dell’oro nero ad un prezzo deciso a monte per un determinato intervallo di tempo. Questo vuol dire che acquirente e venditore si trovano a che fare con un contratto a termine con obblighi di ricoprire in una data il loro ruolo nella transazione. Nel contratto futures, però, subentrano due trader: gli speculatori che intendono prevedere dove arriverà il prezzo del petrolio e gli hedgers, quali compagnie aeree che, onde evitare aumenti del prezzo, vanno ad acquistare petrolio. La percentuale degli hedgers ad oggi ammonta a circa il 3%.

Continua a leggere

Il mondo dell’energia e del risparmio energetico è in costante cambiamento. Grazie al progresso scientifico e tecnologico, sul mercato è possiible trovare continuamente nuove tipologie di impianti legati al settore dei climatizzatori, dei refrigeratori e molti altri. In questi ambiti si sono viste negli anni numerose innovazioni che hanno portato a notevoli migliorie, sia a livello di funzionalità degli impianti che dal punto di vista del risparmio energetico. I cambiamenti sono stati introdotti a seguito delle nuove normative ambientali legate all’impatto dei consumi energetici e al risparmio dell’energia, con le grandi nazioni della Terra che nei decenni a venire puntano ad abbassare drasticamente i livelli delle emissioni inquinanti. Strettamente connesso al discorso del risparmio energetico è la pompa di calore, macchinario appartenente all’ambito della trasmissione di calore tra sistemi o ambienti. Ma, nello specifico, cosa si intende per “pompa di calore”? Dove vengono utilizzate maggiormente? E quali sono le funzioni e i vantaggi inerenti al discorso del risparmio energetico? Vediamolo qui di seguito.

Generalità sulle pompe di calore

Per “pompa di calore” si intende un macchinario capace di trasferire un certo quantitativo di energia termica da un corpo a temperatura minore ad un corpo a temperatura maggiore. Per effettuare questo trasferimento la pompa può utilizzare diverse forme di energia, da quella meccanica a quella idrica, sino ad arrivare alla pompa elio-assistita funzionante mediante pannelli solari termici. Particolarità delle pompe di calore è quella di assicurare all’utente un buon risparmio energetico nel tempo, ma solo se queste vengono adoperate a dovere esprimendo al meglio tutta la loro funzionalità. Il principio base delle pompe di calore è quello di adoperare un quantitativo minimo di energia per produrre una quantità di calore assai maggiore rispetto all’energia necessaria a svolgere l’intero processo. Tra le funzioni della pompa di calore vi sono quelle legate al riscaldamento dell’acqua sanitaria e al riscaldamento o alla climatizzazione degli ambienti.

Continua a leggere

Le Università Pontificie romane hanno deciso di seguire la “sfida educativa” di cui ha parlato Papa Francesco, presentando un percorso formativo il cui nome è “L’Alleanza per la cura della casa comune”. Si tratta di un itinerario che dura 5 anni e prevede diversi diplomi. Padre Prem Xalxo, coordinatore del progetto, ha spiegato che la proposta formativa si rivolge agli studenti di diverse facoltà pontificie, oltre a quelli degli istituti superiori di scienze religiose. Sono compresi anche i sacerdoti e i membri di diversi ordini religiosi. La richiesta del Papa, del resto, è rivolta a tutte le persone provenienti da diverse aree, compresi gli operatori pastorali e anche sociali.

Padre Xalxo ha definito il progetto come una “rivoluzione culturale dei valori” che si rivolgono alla cura della Casa comune. Il percorso seguirà una linea ben strutturata che coinvolge gli studenti al fine di offrire un’esperienza concreta, basata su iniziative personali e comuni. Quando sarà poi concluso il ciclo di studi verrà consegnato il Joint Diploma in Ecologia integrale. Gli studi si sviluppano su un totale di sei moduli, che riguardano altrettanti capitoli su cui si articola l’Enciclica Laudato sì. Per maggiori informazioni e dettagli sul progetto puoi visitare il sito www.unigre.it.

Se ti dicessimo che vi è uno scooter elettrico pronto a cambiare la tua esperienza di guida in città, aiutandosi a evitare di restare bloccato nel traffico? Si tratta di Smacircle S1, un interessante mezzo elettrico che potrebbe a breve invadere le strade delle principali città italiana, e non solo! La particolarità di questo mezzo è il suo totale controllo attraverso uno smartphone, in modo totalmente intuitivo, oltre a poterlo trasportare con grande facilità. L’azienda cinese che lo ha prodotto, ha puntato infatti su un peso davvero minimo che si aggira attorno alle 15.5 libbre, si parla quindi di 7 kg.

Le caratteristiche tecniche di questo motorino elettrico

Lo scooter è stato realizzato in fibra di carbonio, motivo per il quale non solo pesa così poco, ma risulta anche essere molto resistente su strada. Questo dispositivo può accogliere una persona con un peso massimo di 200 kg. Non appena raggiunta la meta finale si potrà poi piegare e infilare all’interno di una borsa senza doversi preoccupare di parcheggiarlo o lasciarlo incustodito.

La velocità massima che lo Smacircle S1 è in grado di raggiungere è altrettanto interessante. Si possono toccare i 20 chilometri orari per mezzo di un buon motore elettrico da 240 Watt. Non è un dato così scontato se pensiamo alla struttura stessa del mezzo, oltre al fatto che è un prodotto pensato per spostarsi in città e non per scorrazzare in giro per strade più ostiche.

La sua autonomia è di 20 chilometri con una ricarica completa della batteria al litio che è prodotta da Samsung. E per ricaricarla a pieno serviranno solo 2 ore e 30 minuti!

Come funziona il controllo con l’uso dell’app?

Abbiamo appena accennato in precedenza che questo skateboard elettrico nato in Cina potrà essere anche controllato con il proprio smartphone. Bisogna scaricare un’apposita app con la quale potrai sempre impostare e modificare una vasta serie di parametri. Tra questi citiamo la velocità massima, il livello di ricarica e di batteria disponibile, le luci, la velocità e il tratto di strada da percorrere. Inoltre, inserendo il blocco con impronte digitali, potrai attivare l’eBike con grande velocità.

Smacircle Technology si è detta pronta a tutto per portare sul mercato questo dispositivo, lanciando addirittura una campagna di raccolta fondi su Indiegogo. Secondo le stime, lo scooter elettrico dovrebbe iniziare a essere consegnato per il mese di ottobre 2017. Il suo prezzo di partenza? 649 dollari, circa 580 euro.

 

I politici si occupano di tutto, ma non del vero, grande problema collettivo. Giulietto Chiesa ha (ri)pubblicato domenica su MegaChip la lettera sull’imminente picco del petrolio spedita in maggio da Aspo Italia ai politici per invitarli a prendere le opportune contromisure dal punto di vista economico e sociale.

MegaChip nota che nessuno ha degnato la lettera di considerazione. Poi cercherò di spiegare quale è, secondo me, il motivo.

Il picco del petrolio – il momento in cui il petrolio non sarà più abbondante e a buon mercato – renderà impossibile il nostro stile di vita basato sugli spostamenti di uomini e merci, e su merci che per la quasi totalità dipendono dal petrolio. Una prospettiva praticamente catastrofica: l’esercito tedesco la tratteggia esattamente così.

Mando un bacio virtuale a Giulietto Chiesa per aver scritto che “le polemiche contro il catastrofismo sono l’arma principale con cui, semplicemente, si cerca di impedire la diffusione della verità“. E aggiungo alcune considerazioni.

Riassunto delle puntate precedenti. Aspo Italia è l’associazione italiana che studia il picco del petrolio. Ne fanno parte uomini di scienza e docenti universitari: mica i quattro amici del bar.

Nessuno nega che prima o poi si arrivi al picco del petrolio e di qualsiasi altra risorsa naturale: la Terra non ne possiede una quantità illimitata. Si discute però su quando si presenterà il picco del petrolio. Molti esperti lo “vedono” in questi anni: già appena passato o subito dietro l’angolo.

Continua a leggere

militari hanno un debole per l’imminente picco del petrolio. Dopo l’esercito americano, si cimenta nello studio anche l’esercito tedesco. Partorisce un’analisi che doveva rimanere riservata e che invece è finita su internet.

Tratteggia uno scenario non esattamente roseo: addirittura rischi per la democrazia, affacciarsi di alternative estremiste in politica eccetera.

Trovo ovvio che i militari si interessino al picco più ancora di quanti si occupano di energia e ambiente. Il picco è il momento in cui finirà il petrolio abbondante e a buon mercato da cui dipende l’assetto del mondo così come ora lo conosciamo. Volete sapere cosa dicono i tedeschi e come si arriva al documento originale? Ora ve lo dico.

Al centro di tutto c’è il settimanale tedesco Der Spiegel. La sua edizione internazionale on line scrive che il rapporto sul picco del petrolio è opera del Future Analysis Department del Bundeswehr Transformation Center, detto anche ZTransfBw, il centro di trasformazione delle forze armate.

Il rapporto non era nato per la pubblicazione, dice Der Spiegel: forse questo spiega, aggiungo io, i tratti più pessimistici che lo differenziano da tanti documenti ufficiali. Ancora Spiegel scrive che qualcuno ha inserito il rapporto su internet e anonime fonti governative ne hanno confermato l’autenticità al giornale. In fondo trovate il link allo studio completo.

i militari tedeschi ritengono che il picco del petrolio (se già non è avvenuto da poco) avvenga in questo 2010. Il picco è il momento dopo il quale il greggio non sarà più abbondante e a buon mercato, dato che la Terra non ne possiede una quantità illimitata. Un filino prima rispetto ad altre analisi: ma anno più, anno meno ormai ci siamo.

Le conseguenze, aggiungono, si sentiranno 15-30 anni dopo. Secondo me è uno spunto importante: finora ci si è focalizzati più sul “picco” teoricamente inteso, e meno sul momento in cui i suoi effetti diventeranno evidenti. Fino a quel momento – altro spunto fondamentale – c’è uno spazio di tempo cruciale nel quale ci si gioca il futuro.

Attorno a quel che resta del petrolio, scrivono i militari, si disegneranno i rapporti di forza fra Paesi esportatori ed importatori, e più in generale l’intero panorama mondiale.

Conseguenza: il commercio internazionale sarà più costoso e difficoltoso.

I militari tedeschi hanno il merito di averlo scritto. Però se ci pensate un attimo è un’ovvietà. Le merci, grazie alla benzina, vanno continuamente avanti e indietro per il globo. Soprattutto, sul loro andirivieni è basato il nostro stile di vita, dagli oggetti a poco prezzo Made in China alle fragole in tavola (volendo) anche per Natale. Cosa accadrà quando questo non sarà più possibile? Devastante rispetto alla quotidianità, se solo fate mente locale.

Le conseguenze tratteggiate dai tedeschi: difficoltà nell’approvvigionamento delle merci che dipendono dal petrolio, e che rappresentano il 95% del totale. Aumento dei prezzi, compresi quelli del cibo. Aumento dell’azione pianificatrice dei governi in economia – razionamenti compresi – a discapito del libero mercato.

Reazioni a catena date dal fatto che non tutti i Paesi riusciranno a prepararsi in tempo al futuro post-picco, dicono ancora i tedeschi: con conseguenti possibili tracolli economici. E possibile tracollo della democrazia, con apertura di spazi ad alternative ideologiche ed estremistiche rispetto all’assetto attuale, dal momento che il picco del petrolio potrà essere percepito come una crisi di sistema, una crisi del mondo in cui siamo sempre vissuti.

Il sistema nel quale siamo finora vissuti non è il migliore dei mondi possibili, e questa è una considerazione tutta e solo mia. Non credo che il ZTransfBw la condivida.

Quello che mi importa sottolineare è la finestra di opportunità, i prossimi 15-30 anni nei quali – secondo i militari tedeschi – ci giochiamo il futuro. Potrà essere migliore o peggiore. E’ una questione che si comincia a decidere qui ed ora.

Torno a scrivere di picco del petrolio, cioè del momento in cui la produzione non ce la farà più a tener dietro alla domanda, dato che i giacimenti terrestri sono limitati.

E’ dietro l’angolo, già detto e ridetto. Ora l’esercito Usa – mica un catastrofista da strapazzo – avverte che entro il 2012 potrebbero scomparire le capacità produttive petrolifere in eccesso, e che entro il 2015 (cioè fra cinque anni appena) si potrebbero manifestare gravi carenze nella produzione.

Su cosa si ripercuoteranno le imminenti “gravi carenze” nella produzione di petrolio? Fosse solo sul prezzo della benzina: le ripercussioni saranno direttamente nel nostro piatto

Grazie ai derivati del petrolio funzionano auto, autocarri e aerei. Si spostano le persone e le merci. Il punto è che difficilmente si trova cibo locale: supermercati e negozi rigurgitano di roba che ha viaggiato per migliaia e migliaia di chilometri.

L’Unione Europea è il maggior importatore planetario di cibo. Ovvero, siamo i maggiori mangiatori di petrolio, il quale si avvia a scarseggiare. E questa è la prima cosa di cui bisogna tenere conto, direi.

Secondo punto fondamentale. I derivati dal petrolio sono indispensabili per produrre un gran numero di beni, primi fra tutti i concimi chimici dai quali dipende la maggior parte dei raccolti.

Anche in questo senso mangiamo petrolio. E se stiamo raschiando il fondo del barile (in senso abbastanza letterale) vuol dire che sta per diventare complicato sia produrre il cibosia farlo arrivare dall’estero.

In quest’ottica mi sembra trascurabile il fatto che il petrolio serva anche per cose come chewing gum, rossetti e collant, di cui, volendo, si può fare a meno senza troppa fatica. Serve però anche per fabbricare cortisone e antistaminici: e la faccenda mi pare un po’ più grave.

Il rapporto dell’esercito americano si focalizza sulle conseguenze economiche della situazione: costo del greggio di nuovo, e presto, oltre i 100 dollari al barile, ridotte prospettive di crescita nei Paesi in via di sviluppo e anche in quelli sviluppati. Il rallentamento economico, esacerbando le tensioni irrisolte, spingerebbe gli Stati fragili verso un’ulteriore dissoluzione, e forse potrebbe avere gravi ripercussioni anche sulla Cina e sull’India.

Non contesto mica l’analisi dell’esercito americano. Però secondo me sarebbe più importante focalizzarsi sul futuro di rifornimenti alimentari, campi di grano e campi di patate. Ma vaglielo a dire ai nostri governanti, tutti presi dall’architettura istituzionale.