Ogni promessa è debito: visto che vale soprattutto per le promesse sgradevoli, è iniziata l’annunciata campagna pubblicitaria a favore del nucleare.
Da ieri spot televisivi con due tizi che giocano a scacchi e si scambiano pensieri sull’atomo. Mossa vincente del cavallo bianco nuclearista. Il nucleare diventa un detersivo che lava più bianco, e non una questione da sviscerare sotto il profilo economico e scientifico.
Gli spot suggeriscono che il nucleare conviene. A qualcuno conviene sicuramente: Ansaldo Nucleare, Confindustria, Edf, Sogin eccetera, ossia ai fondatori del Forum nucleare italiano che ha commissionato la campagna. Altrimenti non sborserebbero i quattrini. Ma a tutti noi il nucleare conviene?
Di regola ciò che conviene alle grandi imprese non conviene alla gente comune.
Infatti le centrali nucleari non stanno in piedi senza i soldi dello Stato, senza i soldi cioè di noi contribuenti. Dal punto di vista economico, il solare è più conveniente.
La bolletta nucleare sarà più pesante, non più leggera: contribuirà a risucchiare i soldi dalla base verso il vertice della piramide economica.
Non passeranno 50 anni (come dice lo spot) prima che i combustibili fossili ci piantino in asso: per carbone e petrolio la fine dell’abbondanza è dietro l’angolo. Se anche si cominciassero a costruire ora, le centrali nucleari non arriverebbero in tempo.
A maggior ragione se consideriamo i ritardi di Flamanville ed Olkiluoto, i gemelli francesi e finlandesi degli impianti che vogliono costruire in Italia.
Soprattutto, stiamo raschiando il fondo del barile anche per l’uranio. Meglio imparare a non sprecare energia e a vivere con meno energia.