Incendi in Russia, eventi climatici estremi del 2010 e il rischio di crisi alimentare

Gli incendi in Russia continuano ad essere la notizia del giorno. Da ormai due settimane. I roghi divorano foreste e torbiere. L’aria è oscurata dal fumo in tutto il Paese.

Siccità, temperatura ostinatamente inchiodata sui 40 gradi, gente che muore: un’ondata di calore come quella che mise in ginocchio la Francia e l’Italia nord occidentale nel 2003.

Però è il caldo in Russia è solo uno degli eventi climatici estremi che caratterizzano questo 2010.

Prima di arrivarci, accenno alla possibilità che il magro raccolto di grano scateni una crisi alimentare come nel 2008. E’ solo una possibilità, per ora lontana: ma è rincarato del 50% in due mesi. Cominciamo dalle anomalie climatiche: quanto fa caldo, in Russia?

Questa immagine viene dall’Earth Observatory della Nasa. Mostra lo scostamento rispetto alla media 2000-2008 delle temperature registrate in Russia fra il 20 e il 27 agosto. Il rosso indica il caldo – fino a 12 gradi in più rispetto alla media nell’area fra Mosca e il Mar Caspio – e il blu indica ovviamente il freddo.

Clic sull’immagine per ingrandirla e per vedere la situazione fino alla Siberia orientale: sul territorio è spalmata una specie di doccia scozzese a base di caldo boia e freddo cane.

Contemporaneamente India e Pakistan sono devastati dalle alluvioni. Alluvioni anche nell’Europa centrale e in Cina. Caldo record, oltre che in Russia, anche in Pakistan, Sudan, Medio Oriente, Stati Uniti.

Il 2010 è sulla buona strada per essere l’anno più caldo di sempre. E’ impossibile dire se un singolo evento meteorologico estremo è diretta conseguenza del global warming – i cambiamenti climatici dovuti alle attività umane – ma secondo gli scienziati sembra che il global warming stia accentuando l’intensità degli eventi meteorologici estremi: ondate di calore e alluvioni comprese.

Ci sono ripercussioni sull’agricoltura, ovviamente. A causa di caldo, incendi e siccità, il raccolto di grano della Russia sarà inferiore del 35% – ci si attende – rispetto a quello dell’anno scorso. Raccolti inferiori al previsto anche in Canada, Ucraina, Kazakistan.

La Russia è un grande esportatore di grano, ma dal 15 agosto al 31 dicembre bloccheràl’export per contrastare il rincaro degli alimentari: pane e carne, visto che i mangimi industriali sono ricavati anche dal grano.

Da giugno, sui mercati internazionali il prezzo del grano è aumentato del 50% in seguito alla prospettiva dei magri raccolti.

Secondo la Fao (l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’agricoltura e l’alimentazione) se non si verificheranno ulteriori imprevisti non ci sarà una crisi alimentare come quella del 2007-08: è diverso il contesto economico e le scorte di grano sono consistenti.

Tuttavia, sempre secondo la Fao, il raccolto globale di grano sarà inferiore a quanto inizialmente previsto: e verosimilmente i prezzi saranno più alti rispetto alla stagione scorsa.

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