Bistecche peggio dei Suv. L’impatto della carne sull’ambiente e sul clima

Vogliamo ricalcolare l’effetto del consumo di carne sull’ambiente e sul clima? L’ha fatto or ora Nathan Pelletier della Dalhousie University in Canada. Fa parte del crescente numero di scienziati che studiano l’impatto del cibo dal campo alla tavola.

Ebbene, è confermato: dal punto di vista dell’ambiente, mangiare carne è peggio che guidare un Suv. Ma chi apprezza gli arrosti ha una via d’uscita: l’impatto ambientale della carne di pollo è 10 volte minore rispetto a quello della carne di manzo.

Il punto è che la carne bovina è un cibo molto inefficiente da produrre. E poi, i processi digestivi dei bovini rilasciano nell’atmosfera metano, un gas serra molto potente.

Se si tiene conto sia di questo sia delle granaglie che un vitello mangia prima di essere pronto per il macello, a un chilo di carne bovina corrisponde l’emissione nell’atmosfera di una quantità di gas serra pari all’effetto di 16 chili di anidride carbonica.

Il cibo è il terzo elemento più importante dell’impronta ecologica di un americano medio. Viene dopo l’abitudine di guidare l’automobile e dopo l’uso di energia in ambito domestico. L’importanza del cibo nell’ “impronta ecologica” degli europei è ancor più marcata, visto che si utilizza meno l’auto e le case sono mediamente più piccole.

Consumare carne non bovina può essere utile a ridurre il peso che le abitudini di vita hanno sull’ambiente. Un chilo di carne di maiale è legato all’emissione in atmosfera dell’equivalente di 4 chili di anidride carbonica. Un chilo di pollo corrisponde all’emissione di 1,6 chili di anidride carbonica. Rispettivamente, quattro e 10 volte di meno della carne di manzo o vitello.

A conti fatti, eliminare dalla dieta la carne rossa e i latticini sarebbe come evitare di percorrere con l’auto circa 2.900 chilometri all’anno.

Sciacquarsi la coscienza ecologica facendo ricorso alla carne prodotta sul posto? Praticamente inutile. Solo il 5% delle emissioni di gas serra legate al cibo riguarda il trasporto dai campi (o dalle stalle) alla tavola.

Dal punto di vista delle emissioni di gas serra, fare a meno della carne per un giorno alla settimana è più importante che mangiare per tutto l’anno cibo locale.

Del resto si mangia troppa carne, almeno in Occidente: in media 90 chili a testa all’anno, mentre la quantità raccomandata sarebbe di 53 chili. Basterebbe seguire questo consiglio per diminuire del 44% le emissioni di gas serra legate al consumo di carne.

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