Facciamo un po’ di chiarezza: il caffè fa bene o male?

Il caffè è una bevanda tipica della nostra tradizione culinaria e molte persone spesso eccedono con il numero delle tazzine che bevono ogni giorno.
Tutti però ci siamo chiesti almeno una volta se il caffè fa bene oppure no. Le risposte sono tante diverse e ognuno ha la sua. Vediamo, perciò di fare finalmente un po' di chiarezza.

Quali sono i benefici del caffè

La sostanza chimica più importante all'interno del caffè e che ne determina le principali proprietà è la caffeina. Questa svolge delle importanti funzioni positive, infatti:

– ha funzione anoressizzante, cioè stimola il senso della sazietà perciò se si beve un discreto numero di caffè, probabilmente, si avrà anche meno fame;
– accelera il metabolismo perché stimola l'utilizzo del grasso corporeo accumulato nei tessuti adiposi;
– migliora e facilita la digestione perché incrementa la secrezione degli enzimi digestivi. Non è un caso, quindi, se per tradizione il caffè si beve sempre alla fine del pasto!
. stimola la circolazione sanguigna e il battito cardiaco perciò aumenta l'ossigenazione e il nutrimento dei diversi tessuti. È per questo motivo che se abbiamo sonno e ci sentiamo stanchi corriamo a farci un bel caffè.
Oltre alla caffeina sono presenti altre sostanze, ma in quantità inferiore, con ulteriori importanti azioni positive come per esempio quelle antiinfiammatorie e antiossidanti per contrastare l'invecchiamento cellulare e la formazione dei radicali liberi.

Quali sono, invece, le controindicazioni legate al consumo di caffè

In generale, non si dovrebbero assumere più di 400 mg di caffeina al giorno per non avere delle problematiche. Questo, però, è un valore riferito ad un adulto sano medio perché, ad esempio, se un soggetto fosse intollerante alla caffeina, le problematiche sarebbero scatenate anche solo da una tazzina di caffè!

Una prima controindicazione, forse quella più comune, è la tachicardia che la caffeina può scatenare, così come l'insonnia perché determina una scarica di energia che ci fa stare svegli (si tratta, quindi, degli stessi benefici di cui abbiamo parlato in precedenza, ma analizzati sotto una nuova ottica) per la sua azione a livello del sistema nervoso centrale.

Sicuramente la caffeina provoca uno stato di assuefazione, un po' come accade anche con le droghe e i farmaci. Questo ci obbliga, perciò, ad aumentare la quantità di caffè per cominciare ad avere degli effetti sul nostro organismo.

Chi soffre di acidità di stomaco, poi, dovrebbe evitare di bere del caffè, soprattutto a stomaco vuoto perché, come detto, questa sostanza chimica stimola la produzione dei succhi gastrici digestivi che hanno, per definizione, un pH acido. Il rischio di reflusso gastrico diventa, quindi, davvero elevato.
Se vogliamo esagerare con la nostra analisi della pericolosità della caffeina, però, possiamo anche affermare che questa può essere addirittura letale, ma a quantità praticamente impossibili da raggiungere con la sola alimentazione.

Come risolvere questi problemi? Riducendo la quantità di caffeina che introduciamo nel nostro corpo e questo può essere fatto diminuendo il numero di caffè che beviamo ogni giorno e scegliendo il caffè decaffeinato rispetto a quello tradizionale.

Ma allora, quando consumare caffè?

A questo punto diventa fondamentale porsi questa domanda. Il portale www.chespresso.net, interamente dedicato a questa bevanda, dà degli importanti suggerimenti e consigli proprio per apprezzare il gusto di un buon caffè, senza però correre nessun rischio.

Diversamente da quello che si potrebbe immaginare, il momento perfetto non è appena svegli, ma tra le 9,30 e le 11,00 perché è proprio in questa fascia oraria che il livello di cortisone comincia a diminuire per cui non è più in grado di svolgere le sue funzioni di regolazione metabolica.
Sfatiamo un mito: quello che una tazzina di caffè allungata con un goccio di latte possa fare meno male e abbia un effetto inferiore. In realtà non è così perché con o senza latte, la quantità di caffeina che andiamo ad introdurre è sempre la stessa.

Non resta, a questo punto, che scegliere la varietà che più si avvicina ai nostri gusti.

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